mercoledì 15 aprile 2015

Il Monitoraggio del Patto dei Sindaci della Città metropolitana di Roma


Alleanza per il Clima ha presentato a Roma i risultati del primo monitoraggio dei comuni aderenti al Patto. Attuazione - Potenzialità - Opportunità


Si è svolto il 30 marzo alla Sala delle Bandiere del Parlamento Europeo (Via IV Novembre, Roma) l’iniziativa di presentazione dei risultati del Rapporti di attuazione dei PAES di 23 Comuni della Città metropolitana di Roma Capitale.
La Città metropolitana di Roma Capitale, già Provincia di Roma – con il supporto tecnico di Alleanza per il Clima - ha accompagnato nel suo ruolo di Coordinatore Territoriale del Patto dei Sindaci un primo gruppo di 23 Firmatari alla realizzazione del Rapporto di attuazione.
Tutti i Comuni avevano presentato il proprio PAES tra il 2011 e 2012 e dalle informazioni rilevate sullo stato di attuazione di 21 dei 23 Comuni si evidenzia che la maggior parte delle azioni attuate o già ben avviate sono quelle che dipendono direttamente dall’Amministrazione comunale, mentre rimangono ancora in sospeso buona parte delle attività relative agli altri stakeholder in particolare quelle dell’ambito ‘industriale’. Complessivamente si registrano 597 azioni monitorate, di cui 101 completate (il 17%), 259 sono tuttora in corso d’opera (il 43%) e 237 non sono state avviate o sono state rimandate (il 40%). Sono invece 5 le azioni nuove inserite nell’elenco che non erano presenti inizialmente nei PAES.
La principale difficoltà segnalata dai Comuni per l’attuazione dei Piani è certamente la scarsità di risorse economiche a disposizione. Complessivamente, e tenendo conto che non tutti i comuni hanno fornito informazioni sui costi e sulle spese effettuate, il budget speso per la realizzazioni delle misure contenute nei PAES ammonta a circa 48 milioni di euro con una spesa inizialmente stimata di 314 milioni euro (tenendo conto che circa la metà di tali cifre dipendono dal solo comune di Guidonia Montecelio).
Un punto critico rilevato è il ruolo dei responsabili PAES. È stata segnalata la necessità, o quantomeno l’opportunità, della formalizzazione attraverso un “protocollo interno” all’Ente di tale ruolo, questo per facilitare e velocizzare la raccolta sistematica di dati afferenti da diversi dipartimenti e per la valorizzazione e fruizione in maniera semplificata dei vari database comunali, che permettano la rendicontazione delle azioni messe in campo dai cittadini (ad esempio pratiche edilizie per la realizzazioni di impianti a fonti rinnovabili e interventi di efficientamento energetico su utenze domestiche) e la quantificazione economica di tali azioni.
Il ruolo del Coordinatore territoriale si conferma, soprattutto per i comuni medio-piccoli, di eccezionale rilevanza, in primis per sopperire alla mancanza di competenze tecniche dei piccoli comuni e per l’accesso a risorse economiche della prossima programmazione 2014-2020.
In previsione di una seconda fase del Patto dei Sindaci che dovrà stabilire per i Firmatari i nuovi obiettivi post 2020, una logica di Governance multilivello dovrebbe vedere un ruolo della Regione Lazio insieme alla Città metropolitana di Roma Capitale e le quattro province (Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo) per sostenere i Comuni nel loro percorso nel Patto dei Sindaci e per un efficace utilizzo delle risorse economiche disponibili.
Per quanto la mancanza di risorse economiche sia infatti un tema ricorrente, rimane evidente che soprattutto i Comuni medio-piccoli hanno difficoltà ad accedere ai fondi strutturali e a utilizzarli efficacemente. La programmazione FESR, nell’Asse OT4 “Sostenere la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori” vede risorse a favore dell’attuazione delle azioni dei Piani d’Azione per l’Energia Sostenibile. Il ruolo dei Coordinatori territoriali si conferma quindi sempre più importante per sviluppare sinergie tra i Firmatari, per l’accesso alle fondi disponibili e per l’utilizzo degli strumenti finanziari disponibili.

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